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La danza del ventre attraverso gli stereotipi contemporanei

La danza del ventre attraverso gli stereotipi contemporanei

Essere oggi danzatrici del ventre è qualcosa di veramente bello ma al contempo di molto arduo, danzare dinanzi ad un pubblico preparato ad assistere ad un vero spettacolo di oriental bellydance, è qualcosa di meraviglioso.

Un po’ meno se il pubblico in questione non è consapevole, non capisce, non apprezza e non ospita nel suo insieme di elementi, persone che non sono affatto intenditrici dello spettacolo al quale stanno assistendo.

Esibirsi in un teatro ad esempio porta un sacco di soddisfazioni se siamo danzatori, perché siamo consapevoli che la gente che è sul luogo per assistere allo show, lo è per volontà propria e quindi per interesse.

Il pubblico consapevole è il pubblico preferito da ogni danzatore, nei panni di un professionista che si trova davanti un pubblico poco interessato o che “non capisce” la qualità o il senso della performance, poiché non “istruito”, lascia un senso di stucchevolezza e di dispersione.

Questo senso di smarrimento nella mente del danzatore, è legato molto alla quantità di impegno e di energie che si utilizzano per la migliore riuscita di una coreografia, pertanto, minore sarà la forza, l’interesse e perciò l’energia trasmessa da un pubblico poco efficace, minore sarà la risposta dell’artista che lavora proprio per trasmettere piacere a chi sta osservando.

Questo accade inevitabilmente e con maggior frequenza per quanto riguarda le danze coreografiche di nicchia come per l’appunto quella del ventre.

La bellydance è una danza che pur avendo nei secoli raccontato e trasmesso significati assai profondi nei confronti del gentil sesso, viene ancora oggi, purtroppo, recepita e tradotta dalla più grande fetta di pubblico per ciò che in realtà non è; si perde quindi il significato intrinseco di quella danza del ventre millenaria nata in Oriente e dei suoi antichi e profondi significati d’origine, legati alla forza della donna ed al suo misticismo, nonché alla sua fertilità e femminilità innocente.

Inevitabilmente perciò, quando la bellydance orientale viene mostrata al pubblico in maniera più digeribile commercialmente parlando, si va a perdere qualcosa.

Il pubblico medio si aspetta sempre dalle danzatrici del ventre qualcosa di sensuale, di ammiccante e provocatorio, perché odiernamente sono queste le cose che vendono di più, la facilità di traduzione e dell’ottenere un messaggio chiaro e tondo che riporta alla sensualità ed alla sessualità, sono per il pubblico di oggi, caratteristiche essenziali all’interno dello show business.

Lo stesso Tik Tok (applicazione musicale per smartphone in voga negli ultimi anni tra i giovani), stabilisce le principali regole dell’apparire e dell’importanza delle immagini superficiali ed estetiche rapportate esclusivamente ad una insinuazione costante della accentuata sessualità: essere sexy è obbligatorio ed arriva prima di ogni altra cosa, ancor prima di essere intelligenti o artistici.

Ed ecco come la danza del ventre arriva al pubblico attraverso gli stereotipi contemporanei, anche  questa necessità quindi di una dose rincarata di sensualità, ormai obbligatoria se si desidera stare al passo.

E’ proprio a questo punto che il vero artista fa la differenza, qui che è altrettanto importante capire cosa risulta possibile fare per mantenere viva la nostra danza del ventre come arte, riuscendo a trasmettere messaggi importanti attraverso semplici gesti, rispettando la sensualità senza per forza di cose ricadere sempre nella volgarità, ed infine danzare come deve essere fatto, con tecnica assoluta e consapevolezza del movimento e magari chissà, un giorno il pubblico capirà questa sottile ma profondissima differenza…