Cenni storici e struttura ritmica del Tango
Ricordiamo tra i primi ed abili danzatori di tango della storia: Casimiro Ain, Ricardo Güiraldes, Florencio Parravicini, Jorge Newbery, Benito Bianquet e Tito Lusiardo.
Ebbe come genere alcuni periodi storici di crisi effettiva, la prima superata verso il 1913, iniziando ad espandersi anche in Europa, partendo dalla capitale francese.
Infine un’altra grande ripresa la ebbe verso la metà degli anni ‘80, quando iniziò ad esplodere anche in America, a Broadway, grazie ad una compagnia di artisti argentini formidabili.
Il ballo del Tango è nato spontaneamente, fin dai suoi primordi è stato determinante genere libero di interpretazione musicale, fisica e culturale.
Oggi il tango come ben sappiamo è una danza molto personalizzabile e suggestiva che si basa quasi interamente sul ritmo musicale.
La sua musica appare alquanto melodica ma allo stesso tempo suddivisa da una griglia di tempo determinata e dunque ben definita e distinguibile, una volta allenato in maniera corretta l’orecchio.
Un’altra caratteristica unica dello stile è che, quando si eseguono dei passi, mentre le gambe formano figure sul suolo, il resto del corpo segna invece un movimento del tutto diverso, quasi in contrapposizione.
All’inizio il tango argentino copiava alcuni movimenti dal candombe e i danzatori, invece di avvicinarsi tra di loro, si allontanavano.
La struttura del ritmo è distinguibile tra mille ritmi, una volta capito, possiamo capire come la sua struttura di base sia formata da un ritmo di quattro volte otto battiti, mentre per essere ballato basta invece rispettare il ritmo di questo nucleo di base costituito da quattro passi.
Altri ritmi diversi possono essere sommati in un secondo momento, nella musica, ma la cosa migliore per risultare essere un buon esecutore del ballo è come dicono i migliori maestri di tango argentino: “camminare il tango”.
Il che significa camminare in maniera elegante e cadenzata il tango, naturalmente toccando coi piedi il ritmo.
Il tango, se danzato in maniera corretta e con classe, risulta agli occhi del pubblico osservatore delicatamente morbido, rotondo e non composto da movimenti spezzati, rigidi e spigolosi, ma armoniosi, appoggiati su un ritmo metrico ed animato.
Poco dopo che il Tango ebbe la sua iniziale espansione tra le mura di Buenos Aires, i giovani e modesti cittadini dei ceti sociali meno abbienti, lo portarono come gran novità all’interno del vecchio quartiere di Corrales.
Qui è stato dove il genere fece irruzione in zone precise nelle quali già vi era presente la tradizione musicale della milonga.
Quelli che iniziarono vivamente a ballare il tango per primi erano quelli più “grezzi”, molto abili e coraggiosi ma spesso i più poveri, inizialmente addirittura danzato tra uomini, a mo’ di commedia per le strade dei quartieri.
Si potrebbe affermare che questo stile nacque quasi spontaneamente, per caso o per errore, praticando i passaggi da mostrare al pubblico, per poi essere nella storia tramandato da generazione in generazione, soprattutto in ambito familiare, ma anche pubblicamente tra amici e conoscenti, durante gli anni ‘60.